Il mondo di Fabio Amoroso è fatto di una a tratti inconsapevole gestazione di immagini che ricordano la meraviglia prodotta dalla lettura delle creature calviniane, e che danno vita a nuove e “strane” forme, narranti le storie di una inedita biogenesi. Vi appaiono inusitate sintesi tra l’umano, la natura, le profondità, le metamorfosi, il mistero della nascita e dell’ambiente uterino. Sono forme che non rappresentano la maturazione dei corpi, ma la loro “mutaforma”. Forme organiche e ibride, trattenute in fase gestazionale, dove ancora scorrono i fluidi, che paiono muovere elementi filiformi richiamanti la flora marina, emergenti però dalla nuda terra, arido letto del volto di un nuovo Orfeo.